Gestire con successo la malinconia da feste comandate

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In questo periodo dell’anno, prima di Natale, di solito ho molto lavoro, tante consegne, e quest’anno di più.

Perciò quelle che dovrebbero essere piacevoli evasioni prefestive, come andare a comprare i regali senza impazzire, diventano purtroppo appesantimenti di un periodo già non particolarmente spumeggiante. Non è certo il miglior spirito per approcciare il capitolo natalizio, ne convengo.

E’ un po’ deprimente volersi riposare, dedicarsi al futile e rendersi conto di non poterlo fare, anzi di dover correre qua e là senza godersi l’atmosfera. Credo sia una malinconia molto comune.

Ma vorrei rendere noto che questa piccola malinconia, che deriva dal fatto di non riuscire a fare tutto, si può curare con alcuni additivi per lo più naturali. Usciamone!

Le mie debolezze per la stagione festiva 2014-2015:

gli èclair del Mercatino Francese – credo che lo scatto qui sotto basti come giustificazione. Il Mercatino Francese è in Piazza Minghetti a Bologna fino al 23 dicembre, quindi per alcuni giorni potrò ancora avventarmi graziosamente approcciare questi e gli altri dolci in vendita.

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un buon caffé – in un periodo così intenso lo stress può prendere il sopravvento. Ecco perché mi consiglio e consiglio a tutti delle pause, come un caffé degno di questo nome e un dolcino. A volte vedo la mia faccia riflessa da qualche parte e noto quel ghigno sotto al colorito grigio. Quello è ESATTAMENTE il momento di premere il pulsante di emergenza, uscire un attimo a prendere una boccata d’aria.

Ci sarà pure il PM10, ma una boccata d’aria può fare davvero miracoli. E un dolcino di Gino Fabbri ne ha fatti parecchi di miracoli, si dice in giro.

cioccolato con il sale – il prodotto che sintetizza la mia passione, sin dalla giovanissima età, per il cioccolato mangiato con i crackers salati in superficie. Ora che sono cresciuta e splendo nel delizioso involucro di giudiziosa giovane donna (è un momento difficile, mi descrivo così per autoconvinvermi..) ho lasciato l’infantile passione per il cioccolato al latte e mi sono convertita al fondentesimo, che con un pizzico di sale è davvero fantastico e fa passare la gnogna.
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Forza e coraggio, passeranno anche le Feste… 🙂

Natale a Bologna: indirizzi per regali gourmet

Il Natale a Bologna è più scintillante dei Natali nelle altre città del mondo? Sono di parte, per me sì: questa è la mia città, di più, è la città che ho scelto, per me le feste qui sono davvero speciali.

Sempre di quella festa lì si tratta, un periodo con un fascino indiscutibile per quasi tutti, quasi: saranno le lucine, i regali, il fatto che ci si veste bene, la tendenza di tutti noi a cercare la magia, la cura di noi e magari anche degli altri.

Quest’anno sono partita in anticipo con i regali (= durante le vacanze estive) ma guarda caso mi sono trovata in ritardo sulla tabella di marcia. Anche Internet ci ha messo il suo, per fortuna alcuni acquisti si sono concretizzati così, ma qui ho deciso di raccogliere alcuni negozietti che vendono prodotti per la cucina oppure oggetti per la cucina e la tavola o ancora cose legate al mondo degli ingredienti.

Insomma, all’urlo di “vivere in cucina! vivere in cucina!” metto insieme alcuni posti dove ho cercato e spesso trovato regali di Natale che piacessero a me ma anche a chi li riceverà, con il filo conduttore dello spirito gourmet.

Ecco qui una piccola selezione di idee.

Senape Vivaio Urbano

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Senape Vivaio Urbano – scusate per la foto, guardate quelle sul loro sito!

Il mio pollice nero è probabilmente riuscito a far avere un malore alle malcapitate piantine del vivaio al solo passaggio. Ma il piacere che è derivato dalla visita in questo luogo è stato unico. Senape Vivaio Urbano è nel cuore di Bologna, zona Pratello, e vende piante. Detto così… Ma è delizioso e coloratissimo: non solo piante, si possono acquistare innaffiatoi fashion, segna-piante, semi per l’orto e spezie, piantine e tanto altro. Ho comprato un vaso da appendere, nel quale si possono posizionare le piante capovolte sul terrazzo, ovviamente non per me ma per mia zia pollice verdissimo.
www.senapevivaiourbano.com

Ferramenta Castaldini

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Una delle vetrine di Castaldini

Castaldini è una vera ferramenta, che si è via via specializzata negli strumenti per la cucina: in questa fotografia si può vedere parte della sezione decorazione dolci, ma ci trovate anche teglie e tegliette, stampi per dolci e per biscotti. Si trova in Strada Maggiore e di questi tempi è frequentato più da donne che da irsuti manovali.

Ambasciatori

Ambasciatori – Librerie Coop – Eataly è il luogo dove acquisto varie cose, primo su tutti il caffé Hue-Hue, ma anche la cara Robiola di Roccaverano o il latte quando l’ho finito e non posso passare al supermercato, per non citare gli ottimi affettati e i formaggi al banco. Qui si trova un’ampia scelta di prodotti, dalla pasta al riso alle conserve di vario tipo, ideali per un pensierino utile e che non campeggerà troppo in cucina come un discutibile soprammobile.
www.bologna.eataly.it

Borgo delle tovaglie

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Un tavolo di Natale al Borgo delle tovaglie

Quando ho messo piede a / nel / in (come si dice?) Borgo delle tovaglie ho temuto non fosse alla mia portata: la posizione in via Farini, l’interno bellissimo mi hanno fatto vacillare all’entrata. In realtà ho visto anche pezzi adatti alle mie finanze e ai regali di Natale, dalle tovaglie agli elementi per la tavola, come ad esempio una bellissima bottiglia per servire l’acqua del rubinetto a tavola con stile o piatti decorati in modo originale. Altri oggetti in vendita sono più cari, ad esempio le tovaglie e le lenzuola di lino, ma mi sono sembrati molto belli e di qualità. Il negozio merita una visita!
www.borgodelletovaglie.com

E buone feste 🙂

Zuppa imperiale: l’impero colpisce ancora

La zuppa imperiale fatta in casa

La zuppa imperiale fatta in casa

Solo l’anno scorso ho scoperto la zuppa imperiale, una preparazione gustosa da assaporare con un buon brodo di carne, alternativa a tortellini o passatelli. Ha l’aspetto di un pan di spagna tagliato a quadratini e una consistenza che gli permette di non sciogliersi nel brodo come il pane, ma solo di inzupparsi.

E poi questo nome… In effetti è molto ricca, non una cosa da mangiare tutti i giorni ma per le feste comandate sì, magari a Natale!

*** Disclaimer: non sto iniziando a parlare di Natale con tutto questo anticipo ***

La zuppa imperiale si produce e consuma soprattutto a Bologna e in altre città dell’Emilia-Romagna: risiedo in regione da un po’ e l’avevo osservata interessata attraverso le vetrine più belle e scintillanti delle gastronomie del centro, ma anche al supermercato, e solo l’anno scorso l’ho assaggiata con il brodo di carne, la sua metà della mela.

Questo fine settimana ho preparato in casa la zuppa imperiale e farla è stato facile: il risultato è del tutto simile alla zuppa imperiale in commercio e si risparmia parecchio.

Ingredienti per 4 porzioni di zuppa imperiale:

80 g di semola di grano duro + altra per la teglia
100 g di Parmigiano Reggiano grattugiato + altro per il piatto
3 uova grandi (o 4 piccole)
due noci di burro
noce moscata
sale
25 g di mortadella (opzionale)

Prima di tutto bisogna sbattere i rossi d’uovo con il Parmigiano grattugiato e poi aggiungere la semola, una noce di burro ammorbidito e, se si vuole, la mortadella sminuzzata. A questo punto va aggiunta una grattatina di noce moscata e un pizzico di sale. A parte vanno montati a neve i bianchi d’uovo e aggiunti all’impasto mescolando piano e dal basso verso l’altro.

Ho usato una teglia rotonda di 28 cm di diametro, l’ho unta con la seconda noce di burro e cosparsa di semola, poi ho versato l’impasto.

Ho cotto la zuppa imperiale a 180° C nel forno già caldo per circa 20 minuti, finché è diventata dorata all’esterno. Ho fatto la prova dello stecchino per verificare che fosse cotta.

Dopo la cottura, occorre far raffreddare il nostro pan di spagna imperiale, se possibile su una gratella per farlo asciugare un po’. Quando l’impasto è a temperatura ambiente, va tagliato a cubetti di circa mezzo centimetro di lato.

Per consumare la zuppa imperiale dobbiamo scaldare il brodo e poi immergervi i cubetti e lasciarli sul fuoco per un paio di minuti.

E’ deliziosa, vi consiglio di provarla anche senza mortadella perché è già molto ricca così com’è. Si conserva in frigorifero per tre/quattro giorni in un contenitore chiuso. Se non la mangiate subito, meglio non tagliarla a cubetti così resta più fresca!

Ah, e il brodo… mi raccomando, siamo seri con il brodo 😉

Sacher Torte, una ricetta per dire auguri

Prima di Natale ho fatto chili di Sacher Torte da regalare agli amici, per gli auguri, come ogni anno con un pensiero dolce.

E’ stato complicato, ma divertente come sempre. Complicato soprattutto per i tempi di preparazione, un po’ lunghetti se non sai dove mettere le cose a riposare, ad asciugare. Divertente perché, come ho detto orgogliosa agli amici, anche la marmellata era la mia: sì, ho stravolto la tradizione sostituendo la farcitura alla marmellata alle albicocche della classica Sacher Torte con la mia marmellata alle pesche, fatta questa estate. Alla faccia della conservazione delle tradizioni che tanto dico di amare, eh sì.

Però l’ho specificato nell’introduzione, facciamo che basta? Perdonata?

Qui la ricetta per una sacherona da cuocere in uno stampo da 24 cm di diametro, bella alta, più alta della classica sacher (beh ma allora è un vizio, ancora modifiche!!).

Ho usato le stesse quantità per preparare quattro sacherine da mangiare in coppia e innumerevoli ritagli da gustare così sul momento, meno belli e tondi ma decisamente soddisfacenti.

Per la ricetta, sono partita da quella pubblicata su GialloZafferano, ma ho introdotto varie modifiche qua e là nella preparazione, anche se le dosi restano le stesse.

Prima di tutto si procede con la preparazione del pan di spagna al cioccolato.

Il pan di spagna al cioccolato
150 g di burro
200 g di cioccolato fondente
150 g di farina 00
8 uova intere e 2 albumi
150 g di zucchero bianco semolato

Ho sciolto il cioccolato a bagnomaria e contemporaneamente ho fatto sciogliere il burro nel microonde, poi ho mischiato tra loro i due ingredienti; ho messo questa preparazione da parte. Sono passata ad aggiungere i tuorli d’uovo al cioccolato & burro uno per uno, mescolando bene ad ogni aggiunta poiché il cioccolato con burro era ancora tiepido in quel momento. A parte vanno fatti montare a neve gli albumi (dieci, occhio a scegliere un contenitore grande abbastanza), ai quali va aggiunto lo zucchero.

Ora si può riprendere in mano il composto di cioccolato, burro e tuorli, al quale si deve aggiungere la farina rigorosamente setacciata. Una volta ottenuto un composto senza grumi, possiamo passare ad aggiungere gli albumi montati, avendo cura di mescolare dal basso verso l’alto per non farli smontare e anzi incorporare l’aria, ma anche senza esagerare per evitare che si smontino. Insomma, questa è forse la parte più complicata e GialloZafferano suggerisce giustamente di incorporare prima un terzo degli albumi e poi la restante parte, cosa che aiuta a non perdere il controllo dell’impasto.

Bisogna preparare uno stampo imburrato e infarinato, versare il composto e infornarlo a 180° per 1 ora e 20, fa fede la prova dello stecchino. Le indicazioni sulla durata della cottura sono da prendere in considerazione per una torta del diametro di 24 cm, piuttosto alta e che richiede il suo tempo.

Una volta pronto il pan di spagna al cioccolato, lasciamolo raffreddare un po’ e poi mettiamolo su una gratella ad asciugare e a raffreddare completamente.

La farcitura
5 cucchiai di confettura di albicocche (nel mio caso, pesche e limone)

Dopo averla fatta raffreddare e asciugare per qualche ora, ho tagliato in due la torta e l’ho farcita con gran parte della marmellata. Ho tenuto una piccola parte morbida della confettura, senza pezzettoni, e l’ho cosparsa sulla superficie della torta richiusa. Dopo questa operazione, ho lasciato asciugare il tutto per un paio d’ore.

La copertura
100 ml di acqua
200 g di cioccolato fondente
200 g di zucchero bianco semolato

E’ giunto il momento della preparazione della glassa, operazione non semplicissima e che ho modificato ad ogni nuovo tentativo. Ecco la soluzione per me più soddisfacente: ho tritato il cioccolato in briciole fini; in un altro pentolino ho sciolto lo zucchero con l’acqua e ho lasciato cuocere a fuoco basso per 5 minuti.

Ho tolto il pentolino dal fuoco e ho unito il cioccolato, quindi ho mescolato fino a che la glassa non è diventata una crema liscia. Ho versato la glassa sulla torta senza -troppe- esitazioni, facendola colare in modo omogeneo (il più possibile!). Dove la glassa non è arrivata, sono passata con una spatola pucciata nell’acqua calda e subito asciugata con un panno.

A questo punto dobbiamo aspettare un altro paio d’ore, finché la glassa si sarà indurita. Ho realizzato la scritta con una glassa ottenuta miscelando latte e zucchero a velo.

Infine, una confessione: la sacher torte non mi fa impazzire. La mangio, ma non è un dolce che mi toglie il sonno. Ho pensato però che fosse un dolce “che piace a tutti”, un buon regalo. Per me l’ideale cioccolatoso è una tavoletta di cioccolato al latte mangiata con un pezzo di pane fresco con tanta mollica.

Secondo voi ho fatto bene o ho toppato miseramente con i miei regali?

Biscotti invasati

Ho rifatto i biscotti, che chiudono ufficialmente le feste: sono stati il regalo di Natale per alcuni amici che non sono riuscita a vedere fino al giorno dopo l’Epifania. E li ho messi in vasi di vetro, spero utili per altri usi. Nulla di speciale forse, ma mi è piaciuto tanto fare i biscotti quest’anno! Il 2011 è l’anno del biscotto?

Ho usato la stessa ricetta dell’altra volta, ma per questa sessione di biscottamento ho volutamente lasciato la pasta frolla in frigorifero due giorni a riposare: alla prima esperienza è stato un caso, ma lo farò sempre d’ora in poi, non c’è storia…si ottengono biscotti molto più compatti e friabili.

Ho lasciato alcuni biscotti “al naturale”, altri sono stati guarniti con cioccolato bianco fuso, cioccolato fondente fuso, altri ancora li ho fatti bi-color!

Grazie a questi biscotti (o, per meglio dire, alle persone alle quali li ho regalati) il mio anno (l’anno inizia davvero solo dopo la Befana) è cominciato in modo sereno e divertente.

Basta poco, o basta farselo bastare! Spero in un 2011 invasato!